2010
Campanotto Editore

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Forse la saliva di questo gorilla è intrisa di petrolio succhiato all’ombra di più incantate foreste, attonite amazzoni private di un antico dono che la natura ha trasformato in un gioiello del presente. Stanco vecchio bosco di ossa e banani assediato da babbuini che masticano chewing gum e orinano dando del tu alle loro due teste sopra un genocidio di mosche. Chi estirperà il pelo più lungo a questo amministratore così osannato affinché su questa natura non spunti anche il più piccolo. Adesso mangia piegato striscioline di carne che gli arrivano sino ai piedi. Si proprio così banana ancora verde che non puoi germogliare, non fiorisce la saliva del ghiaccio. Avremo sete mancherà il freddo, non ci sarà il caldo. Nel nostro villaggio signora scimmia mancherà la libertà e il corvo beccherà vita e morte. In menopausa una società ammalata si abbronza sotto i neon delle sale operatorie. E su questo formicaio così impoverito raramente riusciremo a pulirci quei denti che un tempo erano bianchi. Questo poema disteso e coraggioso di Bartus Bartolomes è forse dedicato ad una scimmia cresciuta in un’altra foresta e non gradita qui dove un’eolica foglia di banano viaggia nel vento ricordando di sementi crudeli che ancora hanno tormentato questa nostra terra. Dittature filosofiche, scatole nere sopra e sotto le nuvole. Torri gemelle spuntano cercando fra le ossa una tigre. Nomade. Un salto all’indietro per salvarci. Rimproverando il cielo sono arrivato a pensare che nell’ossobuco del nostro cervello dorme un Hitler di maionese. Questo cielo che sta rubando anche le nostre sigarette, ha fatto scomparire i papaveri e perfino la dinamite è diventata sterco di cavallo. Un solo Minotauro non ha potuto partorire la rivoluzione di questi assassini e così bianco il sogno cresce dell’oscuro pelo. Uccello rapace che mangia errata corrige. E la zanzara che trasmette la febbre gialla si accanisce sulla nostra pelle bianca. Riunite in plotoni fanno jogging sopra il nostro sangue. Con queste parrucche rosse non ci sono più rondini a difendere i Don Chisciotte e questi mulini a vento. Quante sono le ombre di queste civiltà di passaggio. Ad ogni ora suona con mezz’ora di ritardo un cucù con una solo ala mentre il gorilla si diverte alla faccia di molti poeti da frigorifero. Griderò che no voglio in eredità le tue zampe da roditore e sotto il fumo di queste boccate immortali il mio cuore di tabacco si ritirerà. Gorialopoli. Gloria delle Americhe. Il grande psichiatra del pianeta di sole da un minareto persiste nel dire a squarciagola che la dinastia dei nemici si incontrino nel punto più alto dove la saliva di questo gorilla non potrà mai arrivare.

Carlo Marcello Conti

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Perhaps the saliva of this gorilla is soaked with oil sucked from the most enchanted forest shade, staring private Amazons of an ancient gift that nature has turned into a jewel of the present. Tired old wood of bones and banana besieged by baboons who ruminate chewing gum and pissing to their two heads of flies on a genocide trap. Who will disactivate the lon- gest hair of this acclaimed animal director thus not allowing the smallest one to grow. Now eat folded strips of flesh that come to the foot and so you can digest a green banana bud buffet if the saliva does not bloom in the ice. In its village, missing freedom is to pluck a black bird to handle life and death. In its baboon bug-eyes menopause wife its only inner companies are hospitals neon operating rooms.

The book portrays very methaphorical statements as: twin towers sprout searching among the bones of a tiger the limits of life. Flies will jump back from hell to save us., Nomade’ clock ruling the universe where our brain is asleep ‘nellossobuco’ of a Hitler of mayonnaise . The sky is also stealing our cigarettes, music could disappear and even the poppy has become dynamite horse manure.

One Minotaur could not bear the revolution of these murderers, and so the dream grows shadowy in our white hair. A bird of prey that eats errata will write poetry and the mosquito that transmits yellow fever rages on our white skin in platoons jog over our blood. With these red wig there are not more gerundial or language to defend Don Quixote and these latinamerican windmills. How many of these civilizations are only passing shadows. For every hour played with a half hour late cuckoo with only one wing the new world waste time while the gorilla has fun in the face of many poets that were born in a refrigerator. Bartus is cring that he does not want in his inheritance a single feet from a rodent and under the smoke of these puffs of tobacco inmmortal his heart will retire.

Carlo Marcello Conti

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